S1835

Licata

Prov. Agrigento; Alt. 8 m; Sup. 178,91 km2; Ab. 37.529
Municipio
: Piazza Progresso n. 10, tel. +39 0922 869111
Sito internet del Comune

Notizie generali.
Adagiata alle pendici del monte di Licata, la città si distingue per la cospicua produzione agricola di agrumi, meloni "cantalupo", cereali e primizie. Fiorente è l'allevamento di ovini e bovini. Spiccano tra le risorse ittiche le tipiche sogliole di Licata, le triglie e i polpi. Il nome "Licata" deriva dal greco Alukates, cioè "salato" poiché nel suo mare sbocca il fiume Salso che significa anch'esso "salato". Per secolare tradizione si voleva che Licata fosse sorta nel Medioevo sulle rovine dell’antica Gela, e tale rimase la convinzione degli studiosi del passato sino agli inizi del sec. XV quando fu identificata, dallo storico Filippo Cluverio di Danzica, con l'originaria Finziade, fondata nel 280 a.C. da Finzia tiranno di Agrigento. Nel periodo romano fu trasformata dai Greci e dai Fenici in uno dei più importanti empori commerciali di tutta l'isola. La storia medievale di Licata può farsi risalire al periodo federiciano (sec. XIII). L’imperatore Federico II la collocò tra le quaranta città demaniali soggette alla esclusiva giurisdizione della Corona. Lo stesso Federico nel 1234 insignì "Leocata" del titolo di "Dilettissima", dandole come emblema l’aquila imperiale. Nel 1553 la cittadina, per la sua fedeltà alla Corona di Spagna, subì la devastante presenza franco-turca. Intorno al sec. XVIII la Città conobbe una forte ripresa economica ad opera di influenti famiglie che si avvicendarono al suo governo. Sul finire del sec. XIX si ebbe un ulteriore incremento economico ed edilizio grazie all'efficiente porto marittimo e alla nascita di grosse raffinerie di zolfo. Belle da visitare a Licata sono le chiese e i conventi ricchi di testimonianze artistiche. Di particolare interesse risultano i prospetti monumentali delle chiese di S. Francesco e del Carmine Maggiore, opere dell'architetto G. B. Amico (1684-1754), la splendida cappella del Ss. Crocifisso nel duomo, la chiesa di S. Angelo che custodisce l’urna argentea del 1625 con le reliquie di S. Angelo, e la chiesa della confraternita della Carità che conserva una ricca argenteria. Fra le architetture urbanistiche spiccano il Palazzo di Città, opera del celebre architetto Ernesto Basile, e i numerosi palazzi signorili del Sei e Settecento. Elegantissime sono le ville Liberty poste nella zona di Monserrato. (Francesco La Perna)

Alcune notizie citate nella Guida alla Sicilia jacopea.
La chiesa di S. Giacomo sorge sul corso Vittorio Emanuele di fronte al palazzo Frangipane. Oggi essa è conosciuta sotto il titolo del Purgatorio che acquisì dalla vecchia chiesa omonima dopo la sua distruzione. Alla chiesa era annesso l’ospedale S. Giacomo d’Altopascio i cui locali sono stati parzialmente demoliti attorno al 1960. Le sue origini sono anteriori al 1177, anno in cui la struttura faceva già parte di un complesso sistema che prestava assistenza ai pellegrini in transito sui principali itineraria peregrinorum medievali. … La chiesa di S. Giacomo nel 1308 pagava le decime apostoliche alla Chiesa di Roma e nel 1487, con l’annesso hospitale, passò sotto la giurisdizione del Priorato di S. Giacomo de Altopassu di Naro. Da questa struttura dipendevano anche gli altri hospitalia di S. Giacomo ubicati a Nicosia, Enna, Piazza Armerina, Mineo, Lentini e Caltagirone. … Nel 1978 si attivò l'attuale Ospedale di S. Giacomo d'Altopascio, erede della secolare tradizione assistenziale di Licata.