Licata
Prov. Agrigento; Alt. 8 m; Sup. 178,91 km2;
Ab. 37.529
Municipio: Piazza Progresso n. 10, tel. +39 0922 869111
Sito internet del Comune
Notizie generali.
Adagiata alle pendici del monte di
Licata, la città si distingue per la cospicua produzione agricola di agrumi,
meloni "cantalupo", cereali e primizie. Fiorente è l'allevamento di ovini e
bovini. Spiccano tra le risorse ittiche le tipiche sogliole di Licata, le
triglie e i polpi. Il nome "Licata" deriva dal greco Alukates, cioè
"salato" poiché nel suo mare sbocca il fiume Salso che significa anch'esso
"salato". Per secolare tradizione si voleva che Licata fosse sorta nel Medioevo
sulle rovine dell’antica Gela, e tale rimase la convinzione degli studiosi del
passato sino agli inizi del sec. XV quando fu identificata, dallo storico
Filippo Cluverio di Danzica, con l'originaria Finziade, fondata nel 280 a.C. da
Finzia tiranno di Agrigento. Nel periodo romano fu trasformata dai Greci e dai
Fenici in uno dei più importanti empori commerciali di tutta l'isola. La storia
medievale di Licata può farsi risalire al periodo federiciano (sec. XIII).
L’imperatore Federico II la collocò tra le quaranta città demaniali soggette
alla esclusiva giurisdizione della Corona. Lo stesso Federico nel 1234 insignì
"Leocata" del titolo di "Dilettissima", dandole come emblema l’aquila imperiale.
Nel 1553 la cittadina, per la sua fedeltà alla Corona di Spagna, subì la
devastante presenza franco-turca. Intorno al sec. XVIII la Città conobbe una
forte ripresa economica ad opera di influenti famiglie che si avvicendarono al
suo governo. Sul finire del sec. XIX si ebbe un ulteriore incremento economico
ed edilizio grazie all'efficiente porto marittimo e alla nascita di grosse
raffinerie di zolfo. Belle da visitare a Licata sono le chiese e i conventi
ricchi di testimonianze artistiche. Di particolare interesse risultano i
prospetti monumentali delle chiese di S. Francesco e del Carmine Maggiore, opere
dell'architetto G. B. Amico (1684-1754), la splendida cappella del Ss.
Crocifisso nel duomo, la chiesa di S. Angelo che custodisce l’urna argentea del
1625 con le reliquie di S. Angelo, e la chiesa della confraternita della Carità
che conserva una ricca argenteria. Fra le architetture urbanistiche spiccano il
Palazzo di Città, opera del celebre architetto Ernesto Basile, e i numerosi
palazzi signorili del Sei e Settecento. Elegantissime sono le ville Liberty
poste nella zona di Monserrato. (Francesco La Perna)
Alcune notizie citate nella Guida alla Sicilia jacopea.
La chiesa di S. Giacomo sorge sul corso Vittorio Emanuele di fronte al palazzo
Frangipane. Oggi essa è conosciuta sotto il titolo del Purgatorio che acquisì
dalla vecchia chiesa omonima dopo la sua distruzione. Alla chiesa era annesso
l’ospedale S. Giacomo d’Altopascio i cui locali sono stati parzialmente demoliti
attorno al 1960. Le sue origini sono anteriori al 1177, anno in cui la struttura
faceva già parte di un complesso sistema che prestava assistenza ai pellegrini
in transito sui principali itineraria peregrinorum medievali. … La chiesa
di S. Giacomo nel 1308 pagava le decime apostoliche alla Chiesa di Roma e nel
1487, con l’annesso hospitale, passò sotto la giurisdizione del Priorato
di S. Giacomo de Altopassu di Naro. Da questa struttura dipendevano anche
gli altri hospitalia di S. Giacomo ubicati a Nicosia, Enna, Piazza
Armerina, Mineo, Lentini e Caltagirone. … Nel 1978 si
attivò l'attuale Ospedale di S. Giacomo d'Altopascio, erede della secolare
tradizione assistenziale di Licata.