Palma di Montechiaro
Prov. Agrigento; Alt.
165 m; Sup. 76,36 km2; Ab. 21.840
Municipio: Via Fiorentino n. 1, tel. +39 0922 799111
Notizie generali.
Località agricola (cereali, olive,
mandorle, uva, agrumi, ortaggi) e commerciale, con una discreta imprenditoria di
settore. Buona l’attività zootecnica (ovini, animali da cortile). Di recente
sono sorte alcune industrie: alimentari, lavorazione del legno, colorificio. Nel
territorio sono stati rinvenuti reperti del Neolitico inferiore e dell'età del
Bronzo. Il nome del centro deriva dal Castello di Montechiaro fatto costruire
nel 1353 dai Chiaramonte, su un colle prospiciente il paese e in posizione
strategica sul mare. Il nome di Palma deriva invece dalla palma che compare
nello stemma dei Caro, signori del territorio fino al secolo XVI, quando passò
ai Tomasi. Palma di Montechiaro viene comunemente identificata con la
Donnafugata del romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Essa è sorta nel 1637 per opera di Carlo Tomasi dei Principi di Lampedusa al
quale successe nel 1640 il fratello Giulio, il "Duca Santo" citato nel
Gattopardo. Alla famiglia Tomasi il centro rimase in proprietà, col titolo
di Ducato, fino alla soppressione dei feudi siciliani nel 1812. Ancora oggi e
facilmente individuabile l’impianto urbanistico originario e le espansioni
dell’Ottocento. All’ingresso dell’abitato si incontra subito il Palazzo Ducale
(1653-1659), semplice all’esterno ma all’interno decorato con splendidi soffitti
a cassettoni dipinti. Poco più avanti si trova la Chiesa Madre del 1666,
dedicata a Maria Ss. del Rosario. In piazza Provenzani si trovano la Chiesa e il
Convento Benedettino del Ss. Rosario, nato come primo palazzo dei Tomasi e
trasformato in convento nel 1657 per volere del Duca Giulio. Nella chiesetta del
Monastero delle Benedettine è sepolta la Beata Suor Maria Crocifissa (la Beata
Corbera del romanzo Il Gattopardo). A poca distanza del centro abitato si
trova il Castello di Montechiaro (secolo XIV). All’interno è conservata una
bella statuetta della Vergine Maria di Antonello Gagini, portata annualmente in
processione la domenica dopo Pasqua. Percorrendo la costa da Est verso Ovest
troviamo, oltre ad una varietà di paesaggi che vanno dalla spiaggia alle alte
scogliere, la torre San Carlo a Marina di Palma, fatta costruire dal primo Duca
di Palma, Carlo Tomasi, per proteggere la città dai pirati. Altri monumenti: il
Palazzo degli Scolopi, le chiese del Purgatorio o di S. Maria degli Angeli, di
S. Angelo, della Sacra Famiglia, del Collegio di Maria, di S. Rosalia, di S.
Maria della Luce (ruderi) sul Monte Calvario. (Angelo Sardone)
Alcune notizie citate nella Guida alla Sicilia jacopea.
Nel territorio dell’odierna Palma di Montechiaro nel sec. XII sorgeva la chiesa
di S. Leonardo di Marzaharon che gli studiosi ipotizzano in località
Mandra di Scava. La chiesa era dotata di un hospitale nel quale si dava
ospitalità ai pellegrini in transito lungo la costa meridionale dell’isola. La
sicurezza degli hospitalia, delle strade e del territorio era affidata a
Ordini militari e ospitalieri tra cui l’Ordine dei Cavalieri di S. Giacomo della
Spada, fondato in Spagna nel 1170. Uno di questi cavalieri fu Don Giulio Tomasi
e Caro, barone di Montechiaro, duca di Palma e principe di Lampedusa
(1614-1669), il duca-santo immortalato nel capolavoro letterario Il
Gattopardo.