Patti
Prov. Messina; Alt. 157 m; Sup. 50,14 km2;
Ab. 13.070
Municipio Piazza Scaffidi n. 1, tel. +39 0941 246111
Sito internet del Comune
Notizie generali.
Le maggiori attività economiche
sono la ceramica, la lavorazione dei marmi ed il turismo. A queste, di recente,
si sono affiancate l'agriturismo, la produzione di buoni vini da selezionati
vitigni, la produzione di olio extravergine d'oliva. La Città (una delle 48
città demaniali di Sicilia) è meta estiva di turismo balneare ed enogastronomico
e punto di partenza per l'esplorazione degli altri paesi dei Nebrodi che
conservano testimonianze artistiche realizzate dopo il terremoto del 1693 che
distrusse molte opere d’arte. Comunque è possibile ammirare dipinti e sculture
dei secc. XV-XVII che sono stati recuperati dagli edifici crollati: ad esempio
la tela con la Madonna di Antonello da Saliba custodita nella Cattedrale
di Patti. La città ha una storia secolare che si riallaccia a quella
greco-romana di Tyndaris, della quale sono da visitare le imponenti
testimonianze archeologiche. Infatti, distrutta Tyndaris dai Saraceni, il Conte
Ruggero d'Altavilla fondò Patti attorno ad una abbazia di rito latino. Da
allora la città ha avuto storia ben documentata (chi ha interesse può consultare
l'Archivio vescovile, Arca Magna, che conserva pergamene dell'epoca della
fondazione, L'Archivio Capitolare e l'Archivio storico del Comune e far capo
alle numerose documentatissime pubblicazioni di storia locale). Tra gli episodi
che l'hanno interessata: l'assedio e la distruzione nel 1544 da parte dei pirati
di Ariadeno Barbarossa; lo sbarco delle truppe tedesche del conte Mercy nel
maggio 1719, al termine del breve regno di Vittorio Amedeo II di Savoia; lo
sbarco di Garibaldi, che vi fece tappa quando si accingeva a raggiungere le sue
truppe impegnate nella battaglia di Milazzo. Oltre che la visita all'area
archeologica di Tindari, Patti offre: i resti della Villa romana di Marina di
Patti, il Santuario della Madonna Nera di Tindari, il Museo della
Ceramica pattese, il Museo Diocesano, la Cattedrale, il ciborio di
Antonino Gagini nella chiesa di S. Michele (bellissime statue dei Gagini si
trovano in quasi tutte le chiese dei paesi dei collinari vicini), la chiesa di
S. Ippolito con la cripta duecentesca, la Villa comunale allestita nel 1861. In
estate, nel teatro greco-romano di Tindari, si svolgono manifestazioni di grande
richiamo.
Informazioni: Azienda di Soggiorno e Turismo (+39 0941 241136); Comune
(+39 0941 246318),
uff.turismo@comune.patti.me.it . (Michele Spadaro)
Alcune notizie citate nella Guida alla Sicilia jacopea.
Di chiara matrice compostellana sono alcuni toponimi del territorio di Patti
riconducibili ad una chanson de geste, di cui sono protagonisti S.
Giacomo e Carlomagno. … Alcuni nomi di questa chanson de geste sono
ancora oggi riscontrabili nella toponomastica del territorio di Patti: il monte
Ilici, il monte Gioiosa, il Mongioia, oggi Monte Giove e,
inoltre, la località Galice, che in francese significa "Galizia", la
regione spagnola a cui appartiene Santiago di Compostella. La strada per
giungere a Patti era la più difficoltosa della Palermo-Messina perché
attraversava la "costa aspra e rocciosa" compresa tra i promontori detti Capo
d'Orlando e Capo Oliveri, oggi Capo Tindari. Il cronista del sec. XII Goffredo
di Viterbo, scrive che questi due promontori sono dedicati ai due più valorosi
paladini di Carlomagno: Orlando e Oliveri.